Avete chiuso la porta
e senza salutare partite!
La leggenda vostra ammutolisce …
non siete più un giovane
Siate sobrio!
Almeno svestitevi
del pastrano
perché io non giudico
la vostra vecchiaia
ormai sono lontano
costretto a bere il tempo
sulla mia croce di cancrena
perché del mio male
è piena la terra
ormai io dormo
e non sento più il mare…
sono l’eco della rivolta
che ritorna e mi tocca
voglio dormire…
chiudendo la porta dell’anima
ma i bambini!
lasciali entrare
nel mio cuore di formica
insieme ai vecchi disattesi
svuotati della loro storia…
ho un accampamento
nel mio cielo di fiabe
ed una tenda per loro
e per il loro giorno
mi sveglio di nuovo
per quella tenerezza
che li nutre…
io ne sono lo specchio!
Non siete più l’inizio del racconto
e le pagine vostre ingialliscono
senza vergogna
è tempo di finire la storia
e di poggiarvi sullo scaffale
mentre dormono
i gigli della sera
e la luna punge la notte
e diventa il sangue
bianco del mare!